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Subaru: “Gocce è un modo per farti entrare nel mio mondo”

“Gocce”, primo singolo di affermazione di Subaru, è un brano autobiografico che affronta l’esperienza dell’artista con gli psicofarmaci. Sulla produzione firmata Neura Prd, il rapper classe 2000 riesce a mettersi a nudo in uno storytelling autentico, nato in una notte mentre contava effettivamente le gocce di un farmaco. “Gocce” è a tutti gli effetti uno spaccato di vita condensato in tre minuti che racchiude esperienze passate e problematiche personali.

Come nasce il tuo nome d’arte?

Subaru è un nome giapponese che si traduce letteralmente in “Pleiadi”. Io l’ho preso ispirandomi all’omonimo protagonista dell’anime/novel Re:ZERO. Natsuki Subaru, nell’anime, viene risucchiato in un mondo fantasy dove è assolutamente indifeso, ma allo stesso tempo portatore di una maledizione che lo porta a rinascere ogni volta che muore, mantenendo i ricordi e tornando indietro nel tempo. Non può rivelare il suo segreto a nessuno, perciò è costretto a soffrire ripetutamente vedendo anche i suoi più cari morire e cercando di cambiare il suo destino grazie alla sua capacità di rinascita e alla sua determinazione, le due caratteristiche che poi mi hanno portato a scegliere questo nome.

Per diventare artisti delle volte è necessario uscire dalla propria zona di comfort. Hai mai dovuto rinunciare a qualcosa per inseguire il tuo sogno di fare musica?

A dir la verità ho rinunciato quasi a tutta la mia vita di prima: sono ancora uno studente universitario ma ho cambiato completamente routine, ho dovuto trovare un lavoro per potermi permettere la produzione e dedicare quasi tutto il mio tempo libero alla musica. Vedo molto meno i miei amici e la mia famiglia, torno meno spesso nella mia città natale, faccio molte meno pause e ho dovuto notevolmente ridimensionare il tempo che dedicavo alle mie altre passioni per potermi impegnare seriamente nella musica. Detto ciò questi sacrifici non mi pesano così tanto, per quanto a volte sia difficile so che lo faccio per inseguire qualcosa che voglio più di tutto il resto, e questo mi basta ad andare avanti.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con il tuo nuovo singolo, “Gocce”?

Gocce è in primis uno sfogo, un modo per far entrare nel mio mondo chi non lo conosce, dimostrando che la vita è molto più dura di quanto non si noti dall’esterno. Allo stesso tempo l’idea è che, nonostante tutte le difficoltà affrontate, ci sia la reale possibilità di migliorare e che sia giusto impegnarsi a fondo per “spaccare”. Vorrei tanto che rendesse più accettabile per le persone l’idea di una salute mentale spesso non così florida come tutti ci vogliono far credere, quanto far capire che sia normale non essere perfetti anche a livello mentale, che tutti affrontano delle difficoltà e spesso nasconderle non fa altro che causare altri problemi. Farsi aiutare a volte è un atto di coraggio, e per farlo ci vuole impegno e determinazione.

Parteciperesti ad un talent show?

Non ne sono sicuro ma credo di no, la scuola di rap che ho ascoltato per tanti anni ha spesso comunicato quanto i talent facciano più male che bene agli artisti (vedi Salmo “Se hai talento nel canto non ci andare a Sanremo”, ma ci sarebbero molti esempi). Ho paura che più che un’opportunità di crescita o trampolino di lancio siano un’illusione che porta ad essere spremuti e poi messi da parte, sicuramente non il percorso che auspico per me.

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